Messaggero Veneto 15 ottobre 2012
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Zanin su Renzi «Una serata emozionante»
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L’arrivo di Matteo Renzi a Pordenone ha dato il “la” a un animato dibattito dentro e fuori il Pd. Duemilacinquecento persone hanno partecipato in città all’incontro con il sindaco di Firenze che si è candidato alle primarie del Pd, e un altro migliaio lo ha applaudito nell’altra importante tappa del tour regione. Un dato sul quale riflettere. Anche a giudizio di Giorgio Zanin, capogruppo del Pd in consiglio provinciale. --- Venerdì sera al palazzetto di Pordenone eravamo in molti a darci da fare. Nel pomeriggio, prima a Gradisca d’Isonzo e poi a Udine duemila persone hanno accompagnato il primo tour friulano di Matteo Renzi. Le porte aperte alle 20.10 hanno subito visto la fiumana scorrere ordinata.
I banchetti con i moduli per la sottoscrizione della candidatura alle primarie del sindaco di Firenze hanno subito cominciato a raccogliere adesioni (saranno oltre 500 al termine). Quel che mi colpisce è che son gente eterogenea. A stento in mezzo a loro si riconosce il volto di qualche abituée delle platee politiche. Tra loro molti curiosi ma anche molti il cui passo sicuro tradisce l’adesione già decisa alla proposta. I giovani sono un buon numero e i volti femminili sono ben al di sopra della media delle manifestazioni politiche: buoni segnali. Alle 20.45 parterre e primo anello son già pieni ed occorre aprire gli spalti del secondo anello. Gente composta e paziente. All’arrivo del camper fotografi e taccuini entrano in azione. Renzi è semplice e lineare, jeans e giacca blu come sempre. Non inciampa nelle parole e saluta gli altri con calore e semplicità. E così resta anche sul palco, per un’ora e mezza. L’Italia che descrive nei suoi malanni e nelle sue risorse, tra battute, filmati e riflessioni, è un’Italia che quasi tutti conoscono. Ascoltarlo emoziona come sentire una canzone conosciuta, scatena senza isteria televisiva l’applauso partecipato ed un po’ emozionato di chi cerca una speranza in quelle parole. E’ un tempo di coraggio questo, un tempo che chiede cambiamenti: Matteo Renzi mostra coraggio e la gente cerca di stargli dietro. In fondo lo spettacolo siamo noi, cinquemila cittadini che si mettono in moto, cinquemila cittadini tra loro in gran parte sconosciuti, che del passato condividono solo un’idea: è ora di salutarlo. Ciò che unisce i cinquemila non è tanto la convinzione in un nuovo leader giovane, quanto l’urgenza di costruire un nuovo scenario, di partecipare per dare un futuro a sé e al paese. Far strada con Renzi in fondo nelle prossime settimane sarà questo: cercare di unire gli sguardi, cercare una proposta che ci allontani dalla palude. La protesta per la speranza, come per i profeti biblici: distruggere e abbattere per seminare e raccogliere. E’ una necessità per l’agenda politica. Questo è il messaggio che i cinquemila per Renzi hanno lanciato ieri anche a casa nostra. Chi non l’ha capito sinora è fuori luogo e fuori tempo e dopo ieri sera anche politicamente sordo e cieco. Giorgio Zanin
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